venerdì 29 agosto 2014

Causa e problema: due anelli della stessa catena

Come in passato, ancora oggi succede di farmi queste domande:

  • "Perché devo essere così agitato?"  


  • "Cosa c'è che non va in me?

È capitato anche a te?


Ok. Fai un bel respiro profondo. Rilassati, vorrei che tu leggessi con calma e attenzione, perché penso che ti sarà d'aiuto...

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                                                                      Fonte immagine



Devi sapere che non c'è nulla che non va in te, e nulla che non andasse, o non va in me!

Possiamo continuare a chiederci ogni volta: "Perché devo sentirmi così??" ma credimi se ti dico che domandarselo all'infinito non ci farà stare meglio.

Per esempio, siamo bravi quando ci rendiamo conto di aver perso la pazienza con una persona che non meritava la nostra rispostaccia, un po' meno quando ci tormentiamo per averlo fatto.

Perché rimuginare?


Causa e problema, possiamo immaginarli come due anelli della stessa catena: il rischio è quello di legarli - e legarci - saldamente ancora di più a quello che ci affligge. Oltretutto, così facendo, gettiamo via energie psichiche preziose per il nostro benessere.

Sentirsi agitati è una tra le reazioni emotive naturali che si possono avere in risposta agli stimoli della realtà in cui viviamo.

Ma questo non è una colpa.

Non sarà consolatorio, ma è accettabile quanto basta per incominciare a capire.

Per esempio, in mezzo alla folla si possono avere diverse reazioni:

  • paura (agorafobia)

  • essere a proprio agio (come chi lo è ad un concerto o allo stadio)

  • fastidio verso chi è fisicamente troppo vicino

  • aggiungi tu 

Questi stati d'animo si provano senza che ce ne accorgiamo...

https://twitter.com/NickMurdaca/status/539770159624650752

...Ma c'è una cosa che possiamo iniziare a fare: osservare.

Nella pratica, osservare vuol dire guardarsi, mentre:

  • lavoriamo

  • studiamo

  • giochiamo

  • facciamo la doccia

  • passeggiamo

  • parliamo e ascoltiamo

In poche parole, osservare vuol dire rimanere nel presente con la conseguenza di riuscire a dare uno stop! al flusso di pensieri negativi che puntualmente ci fanno stare male.

All'inizio, può sembrare strano. Personalmente, ho provato anche un po' di timore perché era un cosa nuova. Poi, il piacere di vivere il presente con tutte le sue sfumature, libero dai pregiudizi e da pensieri assillanti, mi ha aiutato a capire cosa fosse meglio per me e cosa lasciare andare.

Questo è il tipo di approccio che ho imparato, e uso tutt'ora, per non colpevolizzarmi, calmarmi e smettere di farmi domande il più delle volte inutili.

Tu che cosa ne pensi? Lascia un commento qui sotto.

8 commenti:

  1. Grazie! Ho letto l'articolo linkato: perfetto. Spesso, essere presenti mentalmente alle azioni che compiamo è per alcuni una cosa da buddisti: una pratica astratta, orientale...Per altri, una cosa da cui stare lontani perché alienante (così mi diceva un'amica che soffriva di attacchi di panico). Invece, come dici correttamente tu: "è una pratica che può veramente cambiare il nostro modo di approcciarci alle situazioni". Bisogna provare, e poi continuare con fiducia e regolarità.

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  2. Vedo che ci sono altri commenti in tema: senz'altro è l'inizio di un cammino meditativo, che mi ha fatto pensare immediatamente ad Osho e lo Zen. Ho avuto anche un contatto col buddismo ed ho scoperto che il daimoku porta ad una corretta respirazione solo già recitandolo. L'ho scoperto per puro caso, mi dicevano devi provare e ne sentirai il beneficio, ma non concepivo il concetto di religione. Per curiosità una mattina sotto la doccia mi son detto: "proviamo," ed ho scoperto questo particolare "illuminante". Ora è più facile isservare me stesso. :)

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  3. Il daimoku del sutra del loto è un mantra bellissimo. Sul beneficio della recitazione risonante, fu il maestro Josei Toda a dire: "un'ora al giorno cambia la tua vita, due ore cambiano il tuo karma, tre ore cambia la vita degli altri". Osho è un maestro splendido. Uno dei suoi libri: "L'arte del mutamento - Discorsi sullo zen" mi ha accompagnato per molto tempo e a quelle parole devo molto :-)

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  4. […] precedente, nel quale anticipavo l’argomento sull’importanza dell’osservazione , ha dato il via a questo post, in cui voglio consigliarti uno stratagemma molto efficace, utile […]

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  5. […] un’altra tecnica davvero utile che si può applicare insieme a quella dell’osservazione e lo stratagemma che può […]

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  6. […] che negli anni ho dovuto imparare, e personalizzare, particolari tecniche di rilassamento e di autocontrollo che mi aiutassero a gestire meglio il peso di responsabilità e […]

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  7. […]   Per un approfondimento sulla tecnica dell’osservazione ne ho parlato in questo articolo […]

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